L'archivio della famiglia Rosselli

Una testimonianza del valore della libertà

Sabatino Rosselli (detto Nello)

Sabatino ("Nello") Rosselli nacque a Roma il 29 novembre 1900, da Giuseppe Emanuele Rosselli, detto Joe, e da Amelia Pincherle, terzogenito, dopo i fratelli Aldo (1895) e Carlo (1900). I genitori provenivano entrambi da famiglie ebraiche che avevano alle spalle un’attiva partecipazione alle lotte politiche risorgimentali, militando nel movimento repubblicano mazziniano. A questa tradizione risorgimentale si affiancherà, nei primi anni del secolo, un sentimento di italianità che la madre Amelia, che nel 1903, separatasi dal marito, si era trasferita a Firenze, trasmise ai tre figli.

L’ambiente familiare in cui crebbero i fratelli Rosselli era vivo e stimolante; oltre al fratello di Amelia, il senatore Gabriele Pincherle, la famiglia frequentava i coniugi Zabban, gli Orvieto, Guglielmo Ferrero e la moglie Gina Lombroso, ma anche lo storico del diritto Alessandro Levi, politicamente impegnato nel riformismo socialista.

Allo scoppio della Prima guerra mondiale la madre assunse posizioni interventiste, vedendo nella guerra l’occasione di portare a compimento l’unificazione nazionale. Se Carlo e Nello erano ancora troppo giovani, il fratello Aldo, ormai ventenne, si arruolò con entusiasmo e partì per il fronte, ove, nel marzo 1916, cadde in combattimento. Questa tragedia segnò profondamente la famiglia, accentuandone la passione civile. Lo stesso Nello, che già nel 1916 aveva iniziato un’attività pubblicista con la rivista «Noi giovani» nell’aprile del 1918, andò sotto le armi, frequentando corsi di addestramento, pur senza combattere, a seguito della fine della guerra.

Negli anni successivi Nello, iscrittosi inizialmente all’Università di Pisa, frequentò i corsi della sezione di filosofia e filologia dell'Istituto di studi superiori di Firenze, avendo tra i maestri Gaetano Salvemini. Fu probabilmente su suggerimento di quest’ultimo che nel marzo del 1923 si laureò con lo studio “Mazzini e il movimento operaio in Italia dal 1861 al 1872” (relatore fu proprio Salvemini) . Sulla base di questo lavoro, ma dopo una lunga rielaborazione (compreso un soggiorno di studio a Berlino nel 1925), fu edito, nel 1927, il suo saggio “Mazzini e Bakounine. 12 anni di movimento politico in Italia (1860-1872)”.

Nel 1923, in una situazione politica nella quale molti intellettuali non avevano compreso appieno la deriva politica autoritaria che stava prendendo il sopravvento in Italia, col fratello Carlo (rispetto al quale aveva assunto posizioni politiche diversificate, pur nel comune antifascismo), con Nello Niccoli, Ernesto Rossi, Piero Calamandrei, Piero Jahier costituì un Circolo di cultura ove si discuteva di varie tesi politiche senza preconcetti (vi partecipava anche lo scienziato agronomi dichiaratamente fascista Arrigo Serpieri), circolo che sarà chiuso il 5 gennaio 1925 dal prefetto di Firenze "per motivi di ordine pubblico", nel clima della reazione autoritaria seguita al discorso di Mussolini del 3 gennaio 1925.

In sostanza, pur nello stretto legame che lo univa al fratello Carlo, tra i due erano emerse ben presto profonde differenze politiche e caratteriali. Come si evince chiaramente da un suo intervento ad un convegno ebraico nel 1924, senza essere un ebreo praticante e senza aderire al sionismo, era però profondamente influenzato dal suo ebraismo, inteso come rigore etico e senso della responsabilità personale. Mentre Carlo tendeva caratterialmente a realizzare nell’azione il proprio impegno politico, Nello tendeva invece al lavoro teorico, all’impegno nell’organizzazione culturale, tentando di dare vita a progetti di lavoro rivolti allo studio delle problematiche che agitavano la società del suo tempo, pur senza disinteressarsi della situazione politica in cui viveva.

Ma il precipitare della situazione politica, con l’affermazione sempre più netta dell’autoritarismo fascista, anche a seguito delle pressioni del fratello e di Piero Gobetti, lo costrinse ad un più intenso impegno politico che lo portò, nel 1924, ad aderire all’organizzazione antifascista clandestina “Italia Libera”. Sempre a differenza del fratello, Nello aveva posizioni politiche moderate che lo portarono ad aderire all’Unione Nazionale di Giovanni Amendola, cui aderirono i settori del liberalismo democratico ed antifascista.

Dopo la svolta autoritaria del gennaio 1925, fu tra i promotori del foglio clandestino «Non mollare». Poco dopo, nel marzo, su indicazione di Salvemini si recò in Germania per portare avanti una ricerca sul movimento operaio tedesco, lavorando nel contempo ad una biografia su Carlo Pisacane; rimane in archivio un diario che permette di fare luce su questo periodo della sua vita.

Nei mesi precedenti e seguenti il suo rientro in Italia però Nello si venne a trovare, come storico, in una situazione assai più difficile, in quanto Salvemini, dopo aver subito un processo, decise di allontanarsi da un’Italia sempre più oppressa dalla dittatura e dalle violenze squadristiche.

Una svolta a lui favorevole venne ai primi del 1926, quando, tramite concorso, fu ammesso alla Scuola di storia moderna e contemporanea di Giovacchino Volpe, che apprezzava il Mazzini di Rosselli. Gli studi di Nello si orientarono sulla Destra storica e sul proseguimento dei suoi studi, già da tempo iniziati, su Carlo Pisacane (che porteranno alla pubblicazione, nel 1932, del saggio “Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano”). Sempre nel 1926, il 22 dicembre, si sposò con Maria Todesco.

Ma le vicende e l’impegno politico avevano sempre più peso nella sua vita, interferendo con la sua attività di studioso: dal marzo 1926 collaborò alla rivista "Il Quarto Stato" fondata e diretta da Pietro Nenni e Carlo Rosselli (si firmava "Uno del terzo Stato") sulla quale il 1 maggio pubblicò l'articolo "Alessandro Luzio, la Massoneria e l'obiettività degli storici"; sempre nel 1926 sulla rivista "Critica politica" di Oliviero Zuccarini venne pubblicato il suo articolo "Repubblicani socialisti in Italia". Nel dicembre il fratello Carlo fu arrestato per aver organizzato e gestito la fuga di Turati, e nel settembre del 1927, dopo il processo di Savona, condannato a cinque anni di confino a Lipari.

Neppure Nello uscì indenne dalla repressione fascista: arrestato il 1 giugno del 1927 fu condannato a 5 anni di confino ad Ustica, ma il 1 febbraio 1928 gli venne concessa la libertà condizionale a seguito dell’intervento di Volpe e del senatore Paolo Boselli e poté riprendere, tra il 1928 e il 1929, la sua attività di studioso, a Palermo, poi Roma e poi Torino.

Nel luglio 1929, a seguito della fuga del fratello da Lipari, il regime, senza alcuna prova a suo carico, lo condannò nuovamente a cinque anni di confino a Ustica e a Ponza, ma nel novembre venne nuovamente liberato, anche per l’intervento di Volpe, che ne aveva grande stima.

Finito il triennio presso la scuola storica, Nello iniziò uno studio sui rapporti tra la Gran Bretagna, il Regno di Sardegna e gli altri stati italiani che lo portò a ripetuti soggiorni in Gran Bretagna tra il 1930 e il 1934 e che sfocerà in un saggio pubblicato, per volontà della famiglia, dopo la caduta del regime (“Inghilterra e regno di Sardegna dal 1815 al 1847”, a cura di Paolo Treves; introduzione di Walter Maturi, Einaudi 1954).

Nel 1932-1933 predispose un progetto di una rivista di storia europea, che doveva uscire in Svizzera, in francese con collaborazione internazionale, che non riuscì a portare a termine.

Tra il 1933 e il 1936 viaggiò molto all'estero, proseguendo i suoi studi e partecipando a convegni internazionali; portò avanti inoltre uno studio su Montanelli, edito con il titolo "Giuseppe Montanelli e il problema toscano del 1859" (1936).

Nel giugno 1937 raggiunse il fratello Carlo, reduce dalla guerra civile spagnola, che, malato di flebite, si stava curando press la stazione termale di Bagnoles-de-L’Orne ed il 9 dello stesso mese cadde in un agguato, organizzato per assassinare il fratello da fascisti francesi, su mandato del regime fascista e dei suoi servizi segreti.

Altra sua opera postuma fu "Saggi sul Risorgimento ed altri scritti" (1946), contenente tra l'altro studi sulla destra storica italiana e sul movimento operaio.