L'archivio della famiglia Rosselli

Una testimonianza del valore della libertà

Aldo Rosselli

Aldo Rosselli era nato il 21 luglio 1895 a Vienna da Joe Rosselli ed Amelia Pincherle, che vi si erano trasferiti subito dopo il loro matrimonio.

Nel 1899 la famiglia si trasferì a Roma, ove nacquero i fratelli minori Carlo (1899) e Nello (1900).

Nel 1903, a seguito della separazione dei genitori, Aldo, con i fratelli, si trasferì con la madre a Firenze. Fin da ragazzo dimostrò un carattere esuberante e poco disciplinato, con una significativa predisposizione artistica e musicale (in questo ed in altro molto simile al padre).

La madre, appartenente ad una famiglia colta e benestante, per frenarne gli eccessi lo fece anche andare a bottega da un artigiano, ove poté sperimentare la fatica del lavoro manuale (Amelia, scrittrice anche di racconti per bambini, si ispirò a quest’esperienza nel racconto “Topinino garzone di bottega”). Tale spirito indisciplinato non si attenuò con la crescita, tanto che la madre, che pure era molto legata a tale figlio, decise a malincuore nel 1909 di farlo studiare come interno nel rigido Collegio Tolomei di Siena, ove studiò proficuamente, rimanendovi fino all’autunno del 1911, quando tornò definitivamente a Firenze, poco dopo la morte del padre, al quale la madre si era di recente riavvicinata, evento che segnò profondamente il ragazzo.

Iscrittosi, nonostante il temperamento artistico e volubile, alla rigorosa facoltà di medicina, si era appassionato a tale studio quando, nel 1914, allo scoppio della Prima guerra mondiale fu coinvolto attivamente nelle manifestazioni interventista degli studenti e festeggiò entusiasticamente, la sera del 15 maggio 1915, l’entrata in guerra dell’Italia.
Coerentemente con le sue idee, decise di partire volontario e, nonostante avesse avuto la possibilità, nella sua qualità di studente di medicina, di essere arruolato nella Croce Rossa, chiese di essere arruolato nella fanteria.

Terminato un breve corso di formazione all’Accademia di Modena, nominato sottotenente nel dicembre del 1915 fu inviato a Tolmezzo, in Carnia, nel Reggimento Messina (composto per la maggior parte da siciliani), molto vicino al fronte. Non contento, per le sue insistenze gli fu affidato il comando di una Compagnia sul Pal Grande, in prima linea. Dopo un breve permesso, che gli permise ad Udine di rivedere la madre ed il fratello Carlo, tornò in prima linea dove cadde in azione il 27 marzo 1916 durante l’assalto del Pal Piccolo.