Archivio Teatrale Andres Neumann

Il Funaro Centro Culturale - Pistoia

L’ARCHIVIO COME ISPIRAZIONE

Nel 2009 si sono incontrate due esigenze: quella di Andres Neumann di riordinare il suo Archivio prima di donarlo al Funaro e la mia di esplorare mondi teatrali che, per questioni anagrafiche, non avevo potuto conoscere in prima persona.

Per riordinare un archivio il primo passo da fare è studiare il soggetto produttore, in questo caso Andres, il metodo di archiviazione utilizzato negli anni, la storia dell’archivio e il contesto storico, sociale e culturale al quale l’archivio appartiene.

Il riordinamento è quindi iniziato con grande cautela sulla base di approfondite interviste ad Andres.
In una di queste conversazioni Andres mi ha raccontato che la Andres Neumann International, l’agenzia teatrale fondata nel 1979 e che sarebbe diventata una delle più importanti al mondo, era nata da un desiderio: costruire una navicella spaziale per investigare il mondo dei maestri.
Una visione talmente precisa da tramutarsi in realtà.

L’archivio teatrale di Andres è, a mio avviso, anch’esso una navicella spaziale per muoversi nello spazio e nel tempo fra i maestri.

Per un ricercatore, un appassionato di teatro, un regista, un attore, un organizzatore teatrale l’archivio è un distillato di insegnamenti, una sorgente d’ispirazione, un campo vitale di incroci esistenziali, di esseri speciali. Immergervisi è come intraprendere un viaggio di scoperta intorno alle creazioni fondanti della Storia del Teatro contemporaneo.

Riordinare l’archivio di Andres è stato come scoprire e portare alla luce un tesoro nascosto.
 
Quello che più colpisce è il pulsare delle vicende umane dietro i fogli archiviati.
Per esempio: come reagirono Dario Fo e Franca Rame nel 1984 quando Andres finalmente diede loro la possibilità di presentare Morte accidentale di un anarchico a New York, dove non erano mai riusciti ad andare prima per una precisa censura politica dell’epoca?
Cosa pensò Peter Brook nel 1985 quando seppe che era possibile, grazie a una coproduzione internazionale coordinata da Andres, realizzare il suo sogno di mettere in scena il Mahabarata, nove ore di spettacolo e rito?
È interessante anche scoprire il carattere di Tadeusz Kantor nelle note che scriveva nel 1979 durante la residenza a Firenze per la creazione dello spettacolo Wielopole Wielopole organizzata da Andres, dopo il successo che aveva ottenuto La Classe Morta, presentata per la prima volta in Italia sempre dal produttore uruguayano.
E cosa visse Pina Bausch nel 1989, durante il soggiorno a Palermo per la creazione di Palermo Palermo, una delle tre produzioni della coreografa curate in Italia da Andres, per immaginare di trasferirsi da Wuppertal nel capoluogo siciliano?
Il teatro è un luogo privilegiato per studiare l’artista e l’essere umano.

L’attuale accessibilità al patrimonio di documenti è il risultato di un lavoro di diversi anni: il mio, quello del professor Renzo Guardenti e della dottoressa Maria Fedi del Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arti e Spettacolo dell’Università di Firenze, che hanno studiato e digitalizzato parte dei materiali dell’archivio, quello di Massimiliano Barbini che se ne prende cura ogni giorno, quello del dottor Andrea Ottanelli che ha avuto la pazienza di inventariarne ogni pezzo, quello del Funaro che accoglie, protegge e valorizza l’archivio e quello di Andres, che mi sembra essere sempre un passo avanti nella lettura dello spirito del tempo.

Giada Petrone (Responsabile Archivio Andres Neumann)