Archivio Teatrale Andres Neumann

Il Funaro Centro Culturale - Pistoia

L’ARCHIVIO ANDRES NEUMANN AL FUNARO

Una delle caratteristiche più importanti del Funaro è sicuramente quella di favorire gli incontri e di fare in modo che, da questi incontri, si esca arricchiti e, in un certo senso, potenziati.
Un incontro straordinario ha aiutato il Funaro ad assumere la fisionomia per la quale è sempre più amato ed apprezzato a livello locale e internazionale. Questo incontro  ha un nome ed un cognome: Andres Neumann, che ha accompagnato il nostro progetto per dieci lunghi anni contribuendo in maniera decisiva alla sua nascita e alla sua crescita.
Con Andres ci siamo trovati nel momento giusto per entrambi e credo di poter dire che davvero questo incontro ci abbia arricchiti a vicenda.  Senza dubbio, per noi, è stato un grande dono.
A questo dono poi se ne è aggiunto un altro, non meno straordinario, nel momento in cui, grazie ad una geniale e generosa intuizione, Andres ha voluto trasferire da noi tutto il suo archivio donandoci una preziosa testimonianza , della sua vita, del suo lavoro e  della recente storia del teatro italiano e internazionale.
Compito del Funaro, a questo punto, era adempiere in pieno alle sue caratteristiche favorendo l'incontro dei documenti con gli studiosi e gli appassionati. E' quindi con gioia che salutiamo la conclusione del lavoro che ha impegnato Andrea Ottanelli con la professionalità e la passione che gli sono proprie. Da oggi, l'archivio Andres Neumann diventa accessibile e nuove opportunità si aprono per chi, come noi, crede che il teatro rappresenti uno dei più formidabili strumenti di conoscenza dell'uomo e delle sue interazioni con un mondo sempre più complesso.

Antonella Carrara (Presidente del "Il Funaro Centro Culturale")



Fra le qualità di Andres Neumann -che onora il Funaro della sua amicizia e che ne ha accompagnato la nascita ed i primi anni di attività- c'è quella di vedere lontano. Questa qualità, oltre a renderlo uno dei massimi produttori del nostro tempo e un creatore di «occasioni» teatrali uniche, si è concretizzata nello sforzo di conservare la memoria del suo lavoro contemporaneamente allo svolgersi della sua attività e non con un'opera  di ricostruzione a posteriori. In un certo senso Andres -io credo - pensava al suo archivio fin dagli esordi professionali nel lontano e felice periodo del festival di Nancy o addirittura negli anni di formazione in Uruguay.  Col tempo l'archivio ha cominciato a somigliare sempre più alla visione che probabilmente Andres ne aveva avuto e gli scaffali del suo appartamento troppo stretti per contenerlo e inaccessibili per renderlo utile. E' a questo punto che, insieme all'amicizia Andres ha voluto condividere con il Funaro, attraverso una donazione, questo suo tesoro predisponendone un ordinamento curato con devozione da Giada Petrone, con l'intento di renderlo pubblico e consultabile. Da qui una prima opera di digitalizzazione dei documenti, parziale ma significativa, intrapresa con l'Università di Firenze nelle persone di Renzo Guardenti e Maria Fedi e finanziata dalla stessa Università e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia; da qui il paziente, certosino lavoro di Andrea Ottanelli che ha portato a completamento questo inventario.

L'oggetto che avete fra le mani più che un libro è una cassetta degli attrezzi nel senso in cui la definirebbe Enrique Vargas, uno degli artisti il cui lavoro è documentato nell'archivio che qui si racconta, è uno strumento di indagine e, al tempo stesso una mappa dettagliata.
Aprire le sue pagine che, come tante porte, ruotano sui cardini della legatura, significa orientarsi fra le tracce rimaste del lavoro dei più grandi maestri del teatro dalla seconda metà del secolo scorso ad oggi. L'inventario ci guida sui  numerosi sentieri tracciati da Peter Brook, Tadeusz Kantor, Pina Bausch, Dario Fo e molti altri, ci permette di entrare da una porta privilegiata all'interno del loro lavoro per vederne le componenti più nascoste.
Il viaggio dentro l'archivio Andres Neumann ci mette in contatto diretto con tutto ciò che concorre alla realizzazione di uno spettacolo e  che rimane invisibile sulla scena, ma che ne rappresenta l'unica testimonianza concreta una volta che lo spettacolo finisce per abitare solo la memoria di chi vi ha assistito o gli scritti di chi lo ha raccontato.
Ogni singolo elemento di un archivio, sia esso un contratto, una foto, una lettera, una recensione, entra in relazione con gli altri e, a saperlo vedere e usare, un archivio teatrale può diventare fonte inesauribile per nuove proposte oltre che memoria storica di enorme valore.
Per questo motivo  oggi possiamo essere felici e orgogliosi nel mettere a disposizione di chiunque, per qualsiasi ragione voglia servirsene, l'archivio Andres Neumann, un deposito di idee che è al tempo stesso testimonianza della realizzazione di queste idee: un passato materializzato in un presente, che ci indica il futuro.

Massimiliano Barbini (Responsabile Biblioteca del Funaro)