L'Archivio di Lorenzo Bartolini. Inventario

Galleria dell'Accademia di Firenze

NAVIGA NELL'ARCHIVIO

Titolo attribuito: Archivio Lorenzo Bartolini

Tipologia: fondo

Data: 1810 - 1935

Descrizione: L’archivio di Lorenzo Bartolini di proprietà della Galleria dell’Accademia è conservato presso la stessa Galleria. Alla prima ricognizione, nel 2011, le carte dell’archivio si presentavano in disordine, anche se era possibile riconoscere tracce di alcuni precedenti riordinamenti, successivamente distrutti a causa della periodica dispersione sul mercato di segmenti dell’archivio stesso ed in particolare di gran parte dei taccuini con i disegni autografi di Bartolini e di parte della corrispondenza. Alcune lettere, di evidente provenienza dal fondo Bartolini, si trovano nel fondo manoscritti della stessa Biblioteca degli Uffizi e sono state acquistate sul mercato antiquario negli anni Settanta del Novecento. Non è stato possibile recuperare alcun tipo di ordinamento originale, fatti salvi alcuni fascicoli relativi a documenti contabili successivi al 1850 (data della morte di Lorenzo Bartolini). Erano invece presenti alcuni tentativi di riordino effettuati nell’intento di raggruppare la documentazione relativa alle singole opere: si è scelto di conservarli, non essendo stato possibile determinarne l’originalità. L’archivio è costituito da corrispondenza personale e di lavoro, minute autografe e appunti di Bartolini, documentazione legale, contabilità privata e relativa all’attività dello studio di scultura, documentazione inerente alle committenze delle opere, taccuini di appunti e disegni dello scultore: l’arco cronologico va dagli anni 10 dell’Ottocento sino alla sua morte nel 1850. Più copiosa la documentazione dagli anni Trenta dell’Ottocento sino alla morte di Bartolini, meno rappresentato il primo periodo carrarese e poi fiorentino all’inizio dell’Ottocento: giova peraltro ricordare che le mancanze di documentazionesono probabilmente imputabili sia alle vicende professionali di Bartolini stesso, che alla dispersione delle carte verificatasi dopo la morte dello scultore. La mancanza di organicità riscontrata all’inizio del lavoro di ordinamento, man mano che il lavoro procedeva si è rivelata non predeterminata, anzi tracce di una organizzazione originale affioravano spesso, dando conto al contempo della maldestra estrapolazione di alcuni nuclei documentari.
Le carte posteriori al 1850 fino al 1935 si riferiscono alle vicende dell’eredità di Lorenzo Bartolini e alla tutela delle figlie, minori all’epoca della sua morte. Inoltre un piccolo nucleo di carte era contenuto in una busta intitolata “Famiglia Buoni”: si tratta di lettere e appunti della famiglia di Virginia Buoni Bartolini, dal 1802 al 1880. Il condizionamento delle carte e alcuni piccoli restauri sono stati eseguiti da Annamaria Lepri nella legatoria della Biblioteca degli Uffizi. Per ogni serie sono state realizzate delle scatole in cartone ricoperte di carta di Firenze all’interno della quale i documenti sono stati inseriti in camicie e raccolti in contenitori di cartoncino. Ogni documento riporta la segnatura a matita nel margine superiore destro, quando possibile, o sinistro; nel margine inferiore destro si trova la numerazione delle carte relativa ad ogni segnatura. Su ogni camicia è presente la segnatura pertinente al contenuto. Sul dorso dei contenitori è stato applicato un cartellino che indica la serie, la sottoserie e i numeri progressivi dei documenti.

Storia archivistica: Alla morte di Lorenzo Bartolini, avvenuta nel gennaio del 1850, le tre figlie, Paolina Napoleona (sp. Lorenzo Luchi), Maria Rosa Giulia Carolina Napoleona (sp. Cesare Fagnani Pani), Maria Matilde Malvina (sp. Salvatore Amari Bajardi) ereditano il patrimonio del padre. Tutte sono però minorenni e pertanto viene costituita una tutela di cui fanno parte, oltre alla madre, Anna Maria Virginia Buoni, tutrice per la gestione familiare, l’avvocato Leopoldo Pini, già amministratore di Bartolini, curatore della tutela per la parte finanziaria e un consiglio di famiglia composto da Luca Bourbon del Monte, Andrea Corsini, Cosimo Ridolfi, dal notaio Pietro Parigi, dai due zii delle ragazze Bartolini, gli avvocati Napoleone Buoni e Silvio Bonajuti e dallo scultore Tommaso Gasperini che si occuperà dello studio di scultura (a cui succederà nel novembre 1850, Pasquale Romanelli). Nei dieci anni successivi alla morte di Bartolini si procede alla vendita delle opere e degli oggetti contenuti nello studio di scultura di Borgo S. Frediano, poi acquistato da Romanelli. La famiglia rimane proprietaria degli immobili di abitazione in Borgo Pinti, la maggior parte dei quali affittati ad inquilini. La primogenita Paolina Bartolini sposa nel 1863 Lorenzo Luchi, nel 1869 Giulia sposa l’avvocato Cesare Fagnani-Pani di Rimini e vi si trasferisce a vivere; infine Matilde, che alla morte del padre aveva solo 5 anni, nel 1871 sposa il conte Salvatore Amari Bajardi di S. Adriano. La documentazione oggetto del riordino è parte di quella rimasta in possesso di un ramo della famiglia Pianetti, erede della figlia maggiore dello scultore, Paolina Napoleona Luchi Bartolini. Si deve alla determinazione di Franca Falletti, allora direttrice della Galleria dell’Accademia, l’acquisizione delle carte Bartolini: una prima parte viene acquistata nel 2011 con il finanziamento dell’Associazione Friends of Florence, fatta riordinare e donata alla Galleria dell’Accademia di Firenze. Successivamente, nel febbraio 2013, gli eredi di Paolina, rinvengono un altro cospicuo nucleo di carte che a loro volta sono state acquisite e fatte riordinare, sempre su istanza di Franca Falletti, dall’Associazione degli Amici del Museo degli strumenti musicali e donate alla Galleria dell’Accademia di Firenze, andando così a formare l'archivio dello scultore.
Nel 2017 la direttrice della Galleria dell'Accademia, Cecilie Hollberg, dispone la informatizzazione dell'archivio in collaborazione con il Centro Archivistico della Scuola Normale Superiore di Pisa, con l'applicativo ArDes.
Nel 2021-2022 è stato realizzato il progetto di digitalizzazione e indicizzazione di tutto l'archivio, che permette agli studiosi la ricerca e la visualizzazione contestuale del documento.

Note: La documentazione è stata suddivisa in nove serie: sei relative agli anni di attività di Bartolini (Corrispondenza, Documentazione legale, Contabilità, Documentazione iconografica, Committenze e Documentazione varia e personale), una successiva alla sua morte nel 1850 (Eredi Bartolini), una relativa ai documenti attinenti al
la famiglia della moglie Virginia Buoni (Famiglia Buoni) e la Documentazione a stampa.
L’ordinamento archivistico è stato fatto con numerazione a serie aperte per consentire eventuali incrementi in caso di reperimento di ulteriore documentazione.
Le serie sono indicate con numero romano seguito dal punto, le sottoserie con numero arabo seguito dal punto, le unità documentarie con numero arabo.
Di ogni singolo documento è stato fatto un regesto del contenuto che ne riporta i dati salienti, la data topica e cronica e la segnatura.
Le immagini digitalizzate riportano un codice immagine formato dalla segnatura del documento e dal numero progressivo di scansione.

Il lavoro di inventariazione analitica si è svolto con la collaborazione storico-artistica di Annarita Caputo e con la supervisione di Elisabetta Insabato per la Soprintendenza Archivistica della Toscana. Il progetto di riordino è stato curato da Silvia Melloni Franceschini e Marta Masini, la redazione dell’inventario analitico e degli indici è stata eseguita da Silvia Melloni Franceschini. La digitalizzazione dell'archivio è stata curata dalla funzionaria archivistica della Galleria, Marzia Marigo, con la collaborazione di Silvia Melloni Franceschini e della ditta Stasis. L'indicizzazione delle opere è stata realizzata da Silvia Melloni Franceschini con la collaborazione storico-artistica di Annarita Caputo.

Bibliografia:
  • Tinti, Mario, Lorenzo Bartolini, Roma: Reale Accademia d’Italia, 1936.
  • Caputo, Annarita - Melloni Franceschini, Silvia, Lorenzo Bartolini, nuove prospettive fra Carrara e Firenze, Pisa: Pacini, 2016, 214, (Studi di storia e di critica d'arte; 7).