Sguardi politici

Manifesti, volantini e opuscoli nella propaganda politica

Enriques Agnoletti Enzo

Bologna 17 maggio 1909 - Firenze 7 settembre 1986

Intestazioni:
  • Enriques Agnoletti, Enzo, antifascista, partigiano, politico, giornalista, notaio (Bologna 1909 – Firenze 1986)
Descrizione:
Enzo Enriques nacque a Bologna il 17 maggio 1909 da Paolo, docente universitario di biologia, e da Clotilde Agnoletti Fusconi. Nel 1929 la famiglia si trasferì a Firenze dove Enzo si laureò in giurisprudenza sotto la guida di Piero Calamandrei. Divenuto assistente di Calamandrei, Enriques entrò in contatto con il movimento liberalsocialista di Guido Calogero e Aldo Capitini; insieme a Tristano Codignola e Carlo Furno fu uno dei più attivi fra i militanti fiorentini. Nel 1938, alla promulgazione delle leggi razziali, Enriques, che era di padre ebreo, aggiunse il cognome materno a quello paterno per sfuggire alle persecuzioni antiebraiche. Divenuto dirigente della casa editrice La Nuova Italia, mantenne in quell’ambiente i contatti con il gruppo liberalsocialista fino a quando, in seguito ad una delazione, venne arrestato insieme a Calogero, Codignola, Capitini, Raffaello Ramat e Carlo Francovich. Il 27 gennaio 1942 venne quindi rinchiuso nel carcere fiorentino delle Murate, e, il successivo 3 giugno, fu condannato alla pena di cinque anni di confino politico prima ad Avezzano, poi a Lanciano. Enriques Agnoletti subì in seguito ulteriori condanne per disfattismo e per contravvenzione degli obblighi di confino venendo imprigionato nel carcere romano di Regina Coeli, dove fu ristretto fino al 25 luglio 1943.
Immediatamente tornò a Firenze e aderì al Partito d’azione nel quale erano confluiti i compagni del gruppo liberalsocialista fiorentino. Ai primi di settembre dello stesso anno (dal 5 al 7) Enriques Agnoletti e Furno ospitarono nelle rispettive abitazioni i lavori del primo congresso nazionale del Pd’A. Costituito il Comitato toscano di liberazione nazionale EEA fu incaricato di rappresentarvi il Pd’A, e si adoperò principalmente affinché il CTLN assumesse funzioni di governo senza che si limitasse alla sola lotta armata contro i tedeschi ed i fascisti. Durante il periodo clandestino EEA si impegnò principalmente nell’organizzazione del partito e nella produzione e diffusione della stampa clandestina: fu infatti tra i redattori di «Oggi e domani» e de «La libertà». Ai primi del 1944 EEA si ammalò di tubercolosi e il 12 giugno dello stesso anno fu colpito da un grave lutto: la sorella Anna Maria venne fucilata dai tedeschi inquanto partigiana. Cionondimeno, proseguì la sua attività in seno al CTLN fino all’11 agosto 1944, giorno della liberazione di Firenze.
Nel 1945, terminata la guerra, fu con Calamandrei fondatore de «Il Ponte» divenendone direttore alla morte di Calamandrei avvenuta nel 1956. Allo scioglimento del Pd’A EEA aderì con Codignola e Calamandrei all’Unione dei socialisti e, in seguito, al movimento di Unità popolare. Eletto al Consiglio comunale di Firenze, ricoprì la carica di vicesindaco dal 1961 al 1964 durante il terzo mandato del sindaco Giorgio La Pira. Nel 1964 si iscrisse al Partito socialista italiano e, dal 1970 al 1974, fu di nuovo consigliere comunale a Firenze durante il secondo mandato del sindaco Luciano Bausi. All’attività politica affiancò la professione di notaio e l’impegno nelle associazioni resistenziali: membro della Federazione italiana associazioni partigiane, nel 1976 ne divenne il terzo presidente dopo Ferruccio Parri e Francesco Albertini; nello stesso periodo fu anche membro del Bureau della Fédération Internationale de la Résistence. Nel 1981 EEA insieme a Codignola ed altri militanti rivolse una dura critica a Bettino Craxi, allora segretario del PSI; espulsi dal partito fondarono la Lega dei socialisti. Nel dicembre 1981 morì improvvisamente Tristano Codignola e con lui finì anche l’esperienza della LDS; EEA si avvicinò quindi al Partito comunista italiano e, nel 1983, viene candidato al Senato. Eletto senatore per la IX legislatura aderì al gruppo della Sinistra indipendente, fu membro della 3ª Commissione permanente (Affari esteri) e fu vicepresidente dell’Assemblea. Morì a Firenze il 7 settembre 1986.

Complessi archivistici:

Bibliografia:

Redazione e revisione:
Mascagni Francesco, 2020/10/14, compilazione