Sguardi politici

Manifesti, volantini e opuscoli nella propaganda politica

Partito d'Azione. Sezione di Firenze

Sede: Firenze

Estremi cronologici:
  • Gennaio 1942 - 25 ottobre 1947
Intestazioni:
  • Partito d'azione - PD'A, Firenze, 1942 - 1947, SIUSA
Descrizione:
Le origini del Partito d'azione a Firenze risalgono al gennaio 1942, quando avvennero le riunioni conclusive tra i rappresentanti del gruppo liberalsocialista fiorentino ed i rappresentanti del gruppo milanese di Giustizia e Libertà. Queste riunioni clandestine, che si tenevano nella sede della Casa editrice La Nuova Italia, ebbero come esito la confluenza dei due gruppi in unico partito, che all'incirca un anno dopo avrebbe preso il nome di Partito d'azione. L'attività clandestina del partito fu però compromessa fin dall'inizio a causa dei numerosi arresti che colpirono il gruppo dirigente fiorentino: il 27 gennaio 1942 infatti furono arrestati Tristano Codignola, Raffaello Ramat, Enzo Enriques Agnoletti e Carlo Francovich. Un nuovo gruppo prese allora le redini del movimento a Firenze, ed in particolare grazie all'opera di Carlo Furno, il Partito fu sempre rappresentato alle riunioni degli antifascisti fiorentini che avevano luogo in casa di Gaetano Pieraccini. Lo stesso Furno venne in seguito arrestato e la sua opera venne proseguita da Enriques Agnoletti, che di contro era appena tornato dal confino politico. La Sezione fiorentina cominciò ad assumere una struttura organizzativa vera e propria solo all'indomani della caduta di Mussolini con la conseguente liberazione di numerosi detenuti politici, e, come primo atto, venne costituito un Comitato direttivo provvisorio. Enriques Agnoletti e Furno ricominciarono a rappresentare il Pd'A in seno al neo costituito Comitato interpartiti del Fronte della Libertà. Subito dopo, nell'agosto 1943, fu tenuta la prima assemblea regionale toscana che dette vita al Comitato regionale del Pd'A. Gli esordi del Pd'A fiorentino coincisero con l'organizzazione del Convegno nazionale clandestino del Partito che si tenne proprio a Firenze dal 5 al 6 settembre 1943. In questa occasione il gruppo azionista fiorentino mostrò le sue capacità organizzative ed il suo spessore sia dal punto di vista quantitativo che dal punto di vista intellettuale. La Sezione di Firenze fu rappresentata al Convegno da tutto il suo gruppo dirigente: Tristano Codignola, Enzo Enriques Agnoletti, Carlo Ludovico Ragghianti, Carlo Furno, Nello Traquandi e Carlo Levi. Il 9 settembre, in casa di Luigi Bianchi d'Espinosa, si tenne la prima assemblea generale della Sezione di Firenze che elesse il primo Comitato esecutivo composto da Enriques Agnoletti, Furno, Traquandi, Nello Niccoli, Codignola e Ragghianti. L'11 settembre una colonna di mezzi blindati tedeschi entra a Firenze ed occupa il Comando di Corpo d'Armata di piazza San Marco dando così il via all'occupazione della città che sarebbe durata fino all'11 di agosto del 1944. Da quel momento la Sezione fiorentina dedicò tutte le sue energie alla lotta contro l'occupante svolgendo una duplice attività: in primo luogo tramite la lotta armata e tutte le attività collaterali (come ad esempio la diffusione della stampa clandestina o la protezione dei prigionieri alleati in fuga), in secondo luogo impegnandosi attivamente nel Comitato Toscano di Liberazione Nazionale già costituito in città il 9 settembre dai partiti del Fronte della Libertà. Per far fronte alle numerose esigenze della lotta clandestina furono create dieci commissioni, facenti capo ad un ufficio centrale di segreteria, alle dirette dipendenze del Comitato esecutivo e composto da Codignola, Carlo Campolmi, Margherita Fasolo e Ada Tenca. Di queste dieci commissioni è da ricordare il particolar modo la Commissione di assistenza ai prigionieri alleati, che formò una rete attiva in tutta la Toscana; la commissione era composta fra gli altri da Agostino Dauphiné, Cesare Gnudi, Bernardo Seeber, Ottorino Orlandini, Margherita Fasolo, Edoardo ed Oriana Fallaci, Giuliano Felli, Camillo Stagni. Furono degne di nota anche le attività del Servizio Documenti diretto da Traquandi, Maria Luigia Guaita e Alberto Mannelli, ed il Servizio sussistenza diretto da Eleonora Turziani. La più celebre delle commissioni fu però la Commissione radio (CoRa) che dal settembre 1943 servì a mantenere collegamenti con il nord del paese, con gli alleati e con le bande diffuse su tutto il territorio toscano. L'organizzazione della radio faceva capo a Italo Piccagli ed Enrico Bocci, coadiuvati dallo studente di ingegneria Luigi Morandi e dall'assistente universitario Carlo Ballario; in seguito alla scoperta dell'emittente, il 7 giugno 1944, vennero arrestati Enrico Bocci, Carlo Campolmi, Maria Luigia Guaita, Giuseppe Cusmano, Franco Girardini e Gilda La Rocca; Italo Piccagli si consegnò nel vano tentativo di scagionare gli altri. Contemporaneamente fu costituito un Comitato militare di cui fecero parte tra gli altri Ragghianti, Athos Albertoni, Carlo De Cugis, Carlo Campolmi e Riccardo Bauer; inoltre il Pd'A si impegnò a fondo per la costituzione di un Comitato militare interpartiti, che comprendeva i rappresentanti dei cinque partiti del CTLN ed alcuni elementi militari apolitici. A rappresentare il Pd'A fu incaricato Paolo Barile. Nell'estate del 1944 le varie formazioni armate del Pd'A vennero accorpate nella I Divisione Giustizia e Libertà guidata da Athos Albertoni. Parallelamente alla lotta armata la Sezione fiorentina si impegnò energicamente anche in campo politico all'interno del CTLN, infatti, tra il settembre 1943 e l'agosto 1944, la Sezione fiorentina del Pd'A svolge un ruolo determinante perché questo assuma responsabilità di governo e di amministrazione della città. Il 3 gennaio 1944 gli azionisti presentarono un documento che esprimeva la decisione del CTLN di costituirsi in governo provvisorio di Firenze e provincia con tutti i poteri militari e civili. Mentre in questo caso ottennero il consenso di socialisti e comunisti, i rapporti con questi ultimi furono spesso conflittuali, minati dalla diffidenza sul piano ideologico e politico e dalla concorrenza nell'organizzazione della lotta armata; i contrasti furono acutizzati dall'uccisione di Giovanni Gentile, disapprovata da una parte degli azionisti. Tali dissensi non impedirono tuttavia la costituzione di un Comando militare unico, in seguito all'accordo raggiunto a livello nazionale tra PCI e Pd'A nel giugno 1944 per la creazione del Corpo volontari della libertà. Di fronte alla svolta di Salerno gli azionisti fiorentini si mostrarono favorevoli alla partecipazione dei partiti del CLN al governo Badoglio, ma restarono fedeli alla propria intransigenza antimonarchica e insisterono nel ribadire l'importanza del CTLN quale rappresentante del popolo e unica autorità politica dell'Italia occupata. In questa veste il Comitato proclamò la mobilitazione generale in vista della liberazione di Firenze, e tra il 2 e il 16 agosto 1944 assunse ufficialmente tutti i poteri di governo fino alla loro consegna all'Allied Military Government. Con la liberazione della città le cariche pubbliche furono ripartite tra i partiti; al Pd'A spettò la presidenza del Comitato con Ragghianti (dopo il 25 aprile 1945 questi si dimise e venne sostituito da Luigi Boniforti). L'attività politica del Pd'A dopo la Liberazione si esplicò da un lato nel CTLN, dove continuò a rivestire un ruolo determinante nella lotta per impedire lo svuotamento dei poteri dei CLN, e dall'altro nei vari uffici e istituzioni pubbliche. Il partito ottenne 4 assessori nella Giunta comunale e tre membri alla Deputazione provinciale; inoltre Piero Calamandrei divenne rettore dell'Università, Fossi direttore del «Corriere del mattino», Carlo Levi direttore de «La Nazione del Popolo»; Boniforti e Ferrero rappresentarono gli azionisti nella sezione industriale del Consiglio dell'economia. Nel febbraio 1945 si tennero le elezioni per il rinnovo del Comitato esecutivo e di quello consultivo. Al primo risultarono eletti Enriques Agnoletti, Calamandrei, Campolmi, Codignola, Edoardo Fallaci, Margherita Fasolo, Carlo Furno, Ramat, Traquandi. Segretario della sezione fiorentina fu confermato Codignola. Il Comitato consultivo, presieduto da Ragghianti e dal suo vice Paolo Barile, venne composto da Corrado Barbacci, Giuliano Felli, Eleonora Turziani, Ragghianti, Boniforti, Levi, Piero Pieraccini, Vasco Badii, Bruno Botticella, Ernesto Riccioli, Athos Albertoni, Aldo Passigli. Tra il settembre 1945 e la primavera 1946 il Pd'A ottenne a Firenze il suo massimo sviluppo, impegnato in tutti gli organismi politici, economici e sociali della città e in un'intensa attività di propaganda. Il 28 settembre uscì il primo numero del settimanale «Non Mollare!», redatto da Agostino Dauphinè, Giorgio Spini e Alberto Predieri. Il 16 settembre venne approvato lo statuto che fissava in modo definitivo la struttura del partito nei seguenti organi: Assemblea degli iscritti, Direzione politica, Comitato esecutivo, Consiglio sezionale. Nell'aprile 1945 venne eletto il primo Comitato provinciale. La sezione fiorentina raggiunse il massimo numero degli iscritti tra l'autunno 1945 e l'estate 1946: nel capoluogo furono 1464 e in provincia 600. Si trattò in ogni caso di un numero esiguo di tesserati e di una crescita modesta e limitata prevalentemente agli strati borghesi progressisti e intellettuali. La maggior parte degli iscritti erano impiegati, seguiti da operai, liberi professionisti, studenti, insegnanti, commercianti, artigiani, pochi rappresentanti delle classi industriali e possidenti. In ambito sindacale il partito trovò molte difficoltà nell'imporre la sua presenza, che restò limitata ai ceti piccolo-borghesi e all'aristocrazia operaia. Nel 1945 attraverso alcuni congressi il Pd'A di Firenze chiarificò la propria linea politica, accentuando le differenze verso la segreteria romana e ribadendo una posizione liberalsocialista. Dopo il I e il II Congresso provinciale (6 aprile 1945, 27-28 settembre 1945), il I Congresso regionale (27-28 ottobre 1945) segnò il momento di massima aggregazione del partito a livello regionale. Al I Congresso nazionale del Partito d'azione (4-8 febbraio 1946) la Sezione fiorentina presentò la mozione liberalsocialista di Codignola, che ottenne la maggioranza dei voti ponendosi come intermediaria tra quella liberaldemocratica di Ugo La Malfa e quella socialista di Emilio Lussu. Come è noto il congresso si concluse con la scissione e le dimissioni di Ferruccio Parri, seguite dall'uscita di La Malfa. A Firenze lasciarono il partito Ragghianti, Boniforti e pochi altri. Alle elezioni amministrative della primavera 1946 il Pd'A, che a Firenze aveva formato un blocco democratico repubblicano con socialisti e comunisti, ottenne nella provincia solo 2501 voti, pari all'1,3%, senza neanche un seggio in Consiglio comunale. Alle elezioni per la Costituente nel giugno successivo, in occasione delle quali la concentrazione repubblicana venne estesa anche ad altri partiti, il Pd'A ottenne a Firenze 4340 voti, pari all'1,8%, e nella sua provincia 7135, cioè l'1,3%. In Toscana la media regionale è dell'1,6%, superiore soltanto dello 0,5% a quella nazionale. Come nel resto d'Italia il partito risentì del mancato radicamento fra le masse, delle divisioni interne, nonché di una generale svolta conservatrice in atto nel paese. Dall'estate del 1946 la crisi del Pd'A proseguì inarrestabile. Fino all'ottobre 1947 il dibattito si incentrò sul tema dell'unificazione socialista. Di fronte alla scissione del PSIUP, che portò alla nascita del Partito socialista dei lavoratori italiani (PSLI), il gruppo di Firenze inizialmente dissentì con la linea del partito a livello nazionale, tesa ad ottenere una concentrazione di tutte le forze socialiste democratiche; dopo il II Congresso nazionale (31 marzo-3 aprile 1947) si mostrò invece disposto a un riavvicinamento al PSI. In seguito però la sezione fiorentina si trova spaccata tra la posizione rappresentata da Codignola, favorevole all'autonomia del partito, e quella rappresentata dal segretario regionale Furno, favorevole all'unificazione con il PSI. Dopo accese discussioni tra autonomisti e fusionisti, il 25 ottobre 1947 Furno comunicò alle federazioni e alle sezioni della Toscana la decisione del Consiglio nazionale di sciogliere il Pd'A e di trasferire tutte le sue forze nel Partito socialista.

Condizione giuridica:
  • privato
Tipologia del soggetto produttore:
  • partito politico, organizzazione sindacale
Complessi archivistici:

Bibliografia:
  • Carlo Francovich, La Resistenza a Firenze, Firenze: La Nuova Italia, 1962, passim.
  • Carlo Ludovico Ragghianti, Disegno della Liberazione Italiana, 2ª ed., Pisa: Nistri-Lischi, 1962, passim.
  • Stefano Vitali, Il Partito d’Azione nella Resistenza. Ideologia, politica, organizzazione, . tesi di laurea in Storia dell’Italia contemporanea, Università degli Studi di Firenze, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 1978-79, relatore prof. G. Turi
  • Luigi Lotti - Maria Pia Dradi, Il Partito d’azione, in La ricostruzione in Toscana dal CLN ai partiti, vol. II: I partiti politici, Ettore Rotelli, Bologna: Il Mulino, 1981, pp. 249-369.
  • Claudio Novelli, Il Partito d'Azione e gli italiani. Moralità, politica e cittadinanza nella storia repubblicana, Milano: La Nuova Italia, 2000.
  • Giovanni De Luna, Storia del Partito d’azione, 2ª ed., Torino: UTET, 2006, passim.
  • Giorgio Spini, Lo storico e la politica: scritti giornalistici (1945-1961), Mirco Bianchi, Firenze: Polistampa, 2007, passim.
  • Elena Savino, La diaspora azionista. Dalla Resistenza alla nascita del Partito radicale, Milano: Franco Angeli, 2010, passim.

Redazione e revisione:
Mascagni Francesco, 2020/10/06, compilazione